venerdì 27 aprile 2012

LAOS: NAVIGANDO SUL FIUME MEKONG


LA MAGNIFICA
 NAVIGAZIONE PARTE DALLA LOCALITA' LAOTIANA DI HOUEIXAI CHE SI TROVA SULLA RIVA OPPOSTA DELLA THAILANDESE  CHIANG KHONG (a nord di Chiang  mai).
 DOPO 6 ORE DI VIAGGIO  SI FA SOSTA PER UNA NOTTE A PAKBENG, PICCOLO CENTRO SUL FIUME PER RIPARTIRE IL GIORNO SEGUENTE PER LOUANGPRABANG CHE SI RAGGIUNGE CON ALTRE 8 ORE DI PERCORSO TUTTO DA AMMIRARE.


Il Mekong visto dalla Thailandia e dalla riva lao


Che si trattasse di un traghetto un pò sportivo, è subito risultato dopo aver lasciato l'immigrazione thailandese e invitati a traghettare il fiume per entrare in Laos. Da un accesso in cemento siamo passati al bagnasciuga sabbioso e trascinando  i bagagli siamo saliti su una lunga semplice canoa di legno, che spinta da qualche pagaiata , ha raggiunto la costa laotiana in pochi minuti.
Dopo  una ripida salita in cemento incontriamo molti viaggiatori  in coda  per accedere agli Uffici Immigrazione del Laos. Varie compilazioni di moduli  e pagamento di 35$ a testa.
Finalmente con il visto di 28 gg. in tasca  entriamo in contatto con l'incaricato laotiano che ci conduce al barcone privato per 10 persone che abbiamo prenotato. Così saliamo su un taxi collettivo aperto e dopo  pochi minuti siamo accolti nel barcone, che si presenta bene.
 Sedili tipo autobus, piccolo bar e gabinetto decente, ci fanno capire che le ore di navigazione saranno piacevoli.
Anche se con un forte motore diesel la barca fa un rumore accettabile e siamo subito presi dallo spettacolo del Mekong invaso dal sole. Le foto che seguono potrebbero rendere meglio l'esperienza se avessimo una camera professionale, ma comunque vanno ingrandite a 360°  con l'immaginazione. Siamo estasiati e come noi il resto dei presenti rimane in silenzio.


Le ore passano veloci e i nostri occhi restano spalancati per non perdere nessun dettaglio della natura che scorre: grandi banchi di sabbia, rocce dalle forme svariate , acqua torbida e certamente inquinata ma dai colori cangianti, alberi noti come il teak, bamboos, tamarindi, banani per kilometri. Il barcone zizaga tra le curve del fiume, a volte largo e lente a volte stretto dalle roccie e accelerato dalle rapide.
Ottimo pranzo self-service a bordo, acqua, frutta e tè a volontà
Partiti verso le 12 arriviamo all'imbrunire al villaggio di Pakbeng.


















In questo tragitto riusciamo a distinguere vegetazioni note molto estese come alberi di teak, boschetti di bambù giganti, banani, qua e là grandi tamarindi. ma la foresta è estesa e profonda e la si vede a distanza.
Grandi banchi di sabbia e i segni lasciati sulle rocce, rivelano quanto più alto possa essere il livello del fiume. Durante la stagione piovosa tra maggio e settembre risale il livello, che tuttavia rimane basso rispetto al passato, prima delle costruzioni delle dighe in territorio cinese.



Lasciamo i bagagli in barca e con il minimo necessario saliamo verso la guest house che ci attende. Camere e cena soddisfacenti e tramonto sul fiume.



Al mattino col nebbione  e il fresco ci rimbarchiamo ben coperti per le 8 ore di viaggio. Questa volta il fiume è a volte più stretto, grandi roccioni e rapide, ma lo spettacolo rimane straordinario. Solo nell'ultima parte riappaiono grandi banchi di sabbia lungo le rive che con sospresa notiamo sono coltivate a orti di grandi dimensioni. Siamo nella stagione secca e il livelli è basso. Quando l'acqua a giugno, luglio agosto salirà con i monsoni gli orti saranno nutriti dal limo del fiume.




















 Immaginiamo che l'inquinamento dell'acqua si stia riducendo dopo decine di kilometri di ossigenazione in questa area forestale disabitata. Vogliamo credere che sia così mentre ci avviciniamo a Loungprabang e  vediamo con piacere che gli orti sono dappertutto sulle rive , pronti a servire una grande varietà di ortaggi. Le temperature di gennaio vanno da un minimo di 12° al max. di 32 circa.





La cittadina sui due fiumi risulta subito  pulita e accogliente. Un ottima camera vicino al fiume ed è subito amore per questa oasi.



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