LA MAGNIFICA
NAVIGAZIONE
PARTE DALLA LOCALITA' LAOTIANA DI HOUEIXAI CHE SI TROVA SULLA RIVA
OPPOSTA DELLA THAILANDESE CHIANG KHONG (a nord di Chiang mai).
DOPO
6 ORE DI VIAGGIO SI FA SOSTA PER UNA NOTTE A PAKBENG, PICCOLO CENTRO
SUL FIUME PER RIPARTIRE IL GIORNO SEGUENTE PER LOUANGPRABANG CHE SI
RAGGIUNGE CON ALTRE 8 ORE DI PERCORSO TUTTO DA AMMIRARE.
Il Mekong visto dalla Thailandia e dalla riva lao |
Che si trattasse di un traghetto un pò sportivo, è subito risultato dopo aver lasciato l'immigrazione thailandese e invitati a traghettare il fiume per entrare in Laos. Da un accesso in cemento siamo passati al bagnasciuga sabbioso e trascinando i bagagli siamo saliti su una lunga semplice canoa di legno, che spinta da qualche pagaiata , ha raggiunto la costa laotiana in pochi minuti.
Dopo una ripida salita in cemento incontriamo molti viaggiatori in coda per accedere agli Uffici Immigrazione del Laos. Varie compilazioni di moduli e pagamento di 35$ a testa.
Finalmente con il visto di 28 gg. in tasca entriamo in contatto con l'incaricato laotiano che ci conduce al barcone privato per 10 persone che abbiamo prenotato. Così saliamo su un taxi collettivo aperto e dopo pochi minuti siamo accolti nel barcone, che si presenta bene.
Sedili tipo autobus, piccolo bar e gabinetto decente, ci fanno capire che le ore di navigazione saranno piacevoli.
Anche se con un forte motore diesel la barca fa un rumore accettabile e siamo subito presi dallo spettacolo del Mekong invaso dal sole. Le foto che seguono potrebbero rendere meglio l'esperienza se avessimo una camera professionale, ma comunque vanno ingrandite a 360° con l'immaginazione. Siamo estasiati e come noi il resto dei presenti rimane in silenzio.
Le ore passano veloci e i nostri occhi restano spalancati per non perdere nessun dettaglio della natura che scorre: grandi banchi di sabbia, rocce dalle forme svariate , acqua torbida e certamente inquinata ma dai colori cangianti, alberi noti come il teak, bamboos, tamarindi, banani per kilometri. Il barcone zizaga tra le curve del fiume, a volte largo e lente a volte stretto dalle roccie e accelerato dalle rapide.
Ottimo pranzo self-service a bordo, acqua, frutta e tè a volontà
Partiti verso le 12 arriviamo all'imbrunire al villaggio di Pakbeng.
In
questo tragitto riusciamo a distinguere vegetazioni note molto estese
come alberi di teak, boschetti di bambù giganti, banani, qua e là grandi
tamarindi. ma la foresta è estesa e profonda e la si vede a distanza.
Grandi
banchi di sabbia e i segni lasciati sulle rocce, rivelano quanto più
alto possa essere il livello del fiume. Durante la stagione piovosa tra
maggio e settembre risale il livello, che tuttavia rimane basso rispetto
al passato, prima delle costruzioni delle dighe in territorio cinese.
Lasciamo i bagagli in barca e con il minimo necessario saliamo verso la guest house
che ci attende. Camere e cena soddisfacenti e tramonto sul fiume.
Immaginiamo
che l'inquinamento dell'acqua si stia riducendo dopo decine di
kilometri di ossigenazione in questa area forestale disabitata. Vogliamo
credere che sia così mentre ci avviciniamo a Loungprabang e vediamo
con piacere che gli orti sono dappertutto sulle rive , pronti a servire
una grande varietà di ortaggi. Le temperature di gennaio vanno da un
minimo di 12° al max. di 32 circa.
La cittadina sui due fiumi risulta subito pulita e accogliente. Un ottima camera vicino al fiume ed è subito amore per questa oasi.
Nessun commento:
Posta un commento